lunedì 12 settembre 2016

Khemmis - Hunted: il conflitto dell'innovazione

(Recensione di Hunted di Khemmis)


C'è chi afferma che la mescola è sempre la migliore alternativa. Che essere dei puristi dimostra uno stato mentale limitato e chiuso che non lascia spazio alla novità ed alla crescita. Spesso dal mettere insieme diversi stili musicali si è arrivati a creare nuovi generi assolutamente nuovi. Fermare l'evoluzione della musica è impossibile e sarebbe un errore.

Tutte queste premesse fanno fate perché il disco del quale vi parlo quest'oggi, che recensisco con grande anticipo visto che l'uscita è programmata per metà d'ottobre, è un disco che difficilmente sarebbe esistito anni fa. Gli statunitensi dei Khemmis partono dalle sonorità doom che si mescolano con lo stoner e già questo punto farebbe storcere il naso a qualche purista. Entrambi i generi hanno dei punti in comune, soprattutto i power chords cupi e trascinanti delle chitarre, ma sono anche molto diversi. Se pensate che questa è l'unica "contaminazione" presente in Hunted vi sbagliate. Le armonizzazioni delle chitarre si rifanno alla tradizione maideniana e la voce spazia senza difficoltà tra due registri tanto diversi come quello del cantante heavy metal e quello del sludge. Un bel calderone da analizzare.



Hunted è un disco che sorprende perché, a primo impatto, da l'idea di essere il lavoro di un gruppo che prende con piacere l'eredità del heavy metal più classico al quale aggiunge la cattiveria delle chitarre doom. Andando avanti con l'ascolto, però, le carte vengono ribaltate e i Khemmis passano a essere un gruppo che naviga tra le acque del doom, lo stoner e lo sludge pescando ogni tanto le risorse di quel heavy old school. Un mix strano ed inedito, anche su tutti questi generi sono adunati da un origine comune. E' difficile, per me, dire se il risultato è molto positivo o meno. Lo è perché apprezzo molto il coraggio della band nel proporre qualcosa di nuovo, coraggio che da sempre ricerco con ansia nella musica, ma nutre in me qualche dubbio su quelle che possono sembrare delle incompatibilità tra i diversi generi riuniti. Lo sludge ha la modernità di rinunciare ai virtuosismi chitarristici, invece in questo Hunted ce ne sono tanti. Infatti è la chitarra, o le chitarre, a prendersi gran parte del protagonismo giocando con questa dualità conflittuale. La voce è lo specchio di questa caratteristica e quei due registri così diversi, voce pulita e squillante e growl profondo e cattivo, accentuano ulteriormente lo scontro/incontro di questi due mondi.



I Khemmis sconvolgono perché la loro intenzione musicale non lascia indifferenti. Osano tanto rischiando parecchio ma riescono a trovare un punto d'unione tra i quattro generi principali che costruiscono la loro musica. Sono abili ad individuare gli aspetti comuni ed a coniugarli molto bene, aggiungendo, poi, altri elementi che incrementano il conflitto tra similitudini e differenze. 

Il miglior esempio è la title track. Hunted chiude il disco con 13 minuti e 30 epici, moderni e, allo stesso tempo, nostalgici. Ritmicamente è un brano moderno, trascinante quanto è trascinante lo sludge. L'aggiunta delle chitarre armonizzate è sorprendente ed esplosivo.



L'impressione che mi viene è che con Hunted i Khemmis riusciranno a prendersi una grande fetta di ascoltatori del metal perché saranno in tanti a valorizzare i diversi aspetti presenti in questo lavoro. Un disco che piacerà a chi ricerca ritmiche trascinanti di chitarre profonde ma anche a chi ama le armonizzazioni di chitarra e gli assoli stile Iron Maiden.
Anche questo è evoluzione. E va celebrato. 

Voto 7,5/10
Khemmis - Hunted
20 Bucks Spin
Uscita 21.10.2016


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